La chiesa di S. Maria della Strada è ubicata nei pressi del tratturo Cortile-Centocelle che da Matrice conduce sino alla Puglia. Questa e’ la chiesa piu’ significativa presente nel Molise, tanto e’ vero e’ stata nominata monumento Nazionale. Un documento datato del 1039 lascia intuire la presenza di suddetta chiesa per cui si e’ ipotizzato che fosse stata edificata tra l’XI e il XII secolo. Dalle fonti non si deduce con esattezza la data di edificazione dell’edificio religioso è solamente indicata la data di consacrazione vale a dire il 7 agosto del 1148. Le leggende popolari raccontano che la chiesa di Santa Maria della Strada e’ la novantesima chiesa fatta edificare dal re Bove. Si presume che questa dovesse provvedere nel lontano XII secolo, al ristoro dei pellegrini che dal nord dell’Italia si recavano in visita ai santuari della regione Puglia. L’appellativo “della strada” secondo alcuni potrebbe far riferimento o ad una strada lastricata nelle vicinanze oppure avere il significato simbolico di “guida dei viaggiatori”. La chiesa apparteneva ad un monastero benedettino i cui resti sono ancora presenti accanto all’edificio tra i quali esiste anche un collegamento; difatti nella zona presbiteriale vi e’ anche se solo in modo parziale un’apertura. Nel 1456 il monastero fu danneggiato dal terremoto che colpi’ tutta la regione. Nel maggio del 1703 venne nuovamente riconsacrata e riaperta al culto dall’arcivescovo Orsini. La chiesa e’ il tipico esempio dello stile romanico molisano. Essa si presenta interamente circondata dal verde ed e’ ubicata su una collinetta di poco distante dal paese. La chiesa presenta una facciata elaborata con un portale decorato con accanto due arcate cieche con lunette decorate a bassorilievo ed e’ accessibile tramite una scalinata di dimensioni molto piccole. All’interno della lunetta del portale centrale vi sono una serie di archi sporgenti che creano un effetto chiaroscurale. L’archivolto presenta una decorazione particolare vale a dire la rappresentazione di due serpenti nell’atto di divorare due serpenti. Il capitello della colonna, collocata nel lato destro presenta il capitello decorato da una testa di toro mentre quello sinistro reca motivi floreali. Alla base l’archivolto e’ caratterizzato dalla rappresentazione di una testa di bue e una angelo con l’aureola. Nella lunetta di sinistra e’ effigiato un cavaliere che incita all’assalto il proprio cavallo e trafigge un uomo senza armi. Nella lunetta di destra, invece, delimitata da una fascia di rose, e’ riprodotta una figura umana, attorniata da animali, che suona un corno. Il rosone in facciata e’ in pietra e presenta un'apertura ad occhio e una raggiera disunita da dodici fori. Il rosone simboleggia il Cristo rappresentato dal foro centrale e i Dodici Apostoli vale a dire i dodici fori. Il rosone secondo l’interpretazione pagana non e’ altro che la conformazione della ruota della fortuna. Accanto al rosone vi sono due teste di bue mentre in alto vi e’ la raffigurazione di un'aquila che sostiene una corona di spine e tre teste umane. Il campanile non e’ aggregato all’edificio religioso. La chiesa all’interno e’ divisa in tre navate scandite da colonne, i cui capitelli sono fregiati da sculture in bassorilievi tra loro differenti. La zona presbiteriale, sopraelevata rispetto alla zona destinata ai fedeli, si conclude in tre absidi. L’elemento che desta attenzione e’ un monumento funebre del periodo gotico risalente al XIV secolo al cui interno secondo alcuni vi riposerebbe Gemma di Lupara; difatti il feudo di Matrice era di proprieta’ dei signori di Lupara. Accanto alla prima colonna a destra si trova un’acquasantiera datata del XIV secolo; sulla quale e’ inciso anche lo stemma della famiglia Monforte, costituito da una Croce con quattro rosette. Nei pressi della chiesa vi e’ una fontana in bassorilevo che con molta probabilita’ dava refrigerio ai pellegrini che giungevano nei pressi della chiesa. Nel giardino che circonda la chiesa si trovano sparsi anche dei resti di capitelli.
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