L’origine della processione del Venerdì Santo a Campobasso risale al 1626 ed è citata in un documento noto come "istrumento di concordia tra i Crociati e i Trinitari". L' antica origine della processione si riflette nella profonda partecipazione a questo evento religioso: anche i meno devoti sembrano in qualche modo richiamati, tanto da poter considerare il Venerdi Santo forse il giorno a maggior partecipazione popolare dell' intero anno solare. Tutta la cittadinanza si ritrova nella chiesa di S. Maria della Croce, che anticamente era sede della confraternita dei Crociati ed è oggi Rettoria, non solo nel giorno della processione ma anche nelle sere del settenario, raccolta in silenzio mentre le note del Maestro De Nigris riempiono le volte del tempio. L’inno che viene cantato viene tradizionalmente denominato dai cittadini "lo zuchetezù", che il suo compositore chiamò: "Oh di Gerico beata". La processione ha inizio alle ore 17.00 del Venerdì Santo e vede la partecipazione della quasi totalità della città: sacerdoti, religiosi e religiose, politici, popolo e l’Arcivescovo. La statua dell’Addolorata che segue quella del Cristo morto, viene accompagnata da donne vestite di nero che reggono nastri che partono dalla statua. La musica del "Coro" che accompagna il corteo funebre è opera del maestro Michele De Nigris. L’inno inserito nel contesto della processione, che riesce a paralizzare tutta la città, è intitolato "Teco vorrei, o Signore". Il coro anticamente era formato da un centinaio di persone tra cantori e musicisti invece attualmente il loro numero è arrivato a settecento. La processione percorre le vie del borgo antico e le strade principali della città.
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